Ettore Scola
Viaggio tra sogni e speranze
Dall'inizio degli anni cinquanta comincia a scrivere
sceneggiature di commedie all'italiana,
spesso in coppia con Ruggero Maccari.
Dalla fine degli anni '40 collabora con i
testi a diverse trasmissioni di varietà sia radiofonici che televisivi della RAI,
tra l'altro è coautore dei testi delle scenette settimanali interpretate da
Alberto Sordi: il Conte Claro, Mario Pio, ecc..
Esordisce alla regia nel 1964,
ma il suo primo grande successo lo conseguirà dirigendo Alberto Sordi in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico
misteriosamente scomparso in Africa? (1968): con l'attore romano
lavorerà solo altre tre volte (in La più
bella serata della mia vita, 1972,
alcuni episodi dei Nuovi mostri,
1977,
e in Romanzo
di un giovane povero, 1995). Con Il commissario Pepe
(1969) e Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca
(1970) Scola entra nel decennio più importante della sua carriera.
Nel 1974 dirige infatti il suo capolavoro, C'eravamo
tanto amati, che ripercorre un trentennio di storia italiana
attraverso le vicende di tre amici: l'avvocato Gianni Perego (Vittorio Gassman), il portantino Antonio (Nino Manfredi) e l'intellettuale Nicola (Stefano Satta Flores),
tutti innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli).
Nel film, dedicato a Vittorio De Sica,
compaiono anche Marcello Mastroianni,
Federico Fellini e Mike Bongiorno nella parte di se stessi, oltre
ad Aldo Fabrizi e Giovanna Ralli.
Ormai Scola è un maestro del cinema italiano
e un regista di fama internazionale che realizza film come Brutti, sporchi e
cattivi (1976), grottesca commedia delle borgate romane
con Nino Manfredi, e la storia semplice e poetica di Una giornata
particolare (1977), con Marcello Mastroianni
e Sophia Loren, invecchiata dal suo grande amico
Francesco Freda.
Nel 1980
il regista tira le somme della commedia all'italiana ne La terrazza, amaro bilancio di un gruppo
di intellettuali di sinistra in crisi, con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Jean-Louis
Trintignant e Marcello Mastroianni. Nel 1982
affronta la Rivoluzione francese
in Il mondo nuovo
(1982), in cui Mastroianni impersona Giacomo Casanova.
Scola riceve un'ottima accoglienza di critica
e pubblico quando dirige La famiglia
(1987), commedia che ripercorre 80 anni di storia (1906-1986)
attraverso la saga di una famiglia con l'interpretazione di Vittorio Gassman,
Stefania Sandrelli e Fanny Ardant.
Altri film di rilevo sono Splendor (1988)
e Che ora è? (1989),
entrambi con Mastroianni e Massimo Troisi. Nel 1998
gira La cena, sempre con Gassman, la Ardant e
la Sandrelli, nel 2001 Concorrenza
sleale, con Diego Abatantuono, Sergio Castellitto
e Gerard Depardieu,
e nel 2003 il semidocumentaristico Gente di Roma.
È stato nominato, su proposta del Direttore
Artistico Felice Laudadio,
presidente del Bif&st
- Bari International Film&TV Festival (Bari,
22-29 gennaio 2011);
nel maggio dello stesso anno riceve il David di Donatello alla carriera in
occasione dei suoi 80 anni.
Ettore Scola è sposato con la
sceneggiatrice e regista Gigliola Scola.

C'eravamo tanto amati
Regia
Ettore Scola
Interpreti
Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Stefano Satta Flores,
Stefania Sandrelli, Giovanna Ralli, Aldo Fabrizi
Sceneggiatura
Age & Scarpelli, Scola
Italia, 1974, b/n - col, 125 min
Dagli entusiasmi
e le speranze del dopoguerra alle delusioni degli anni Settanta, un'apologia
del populismo comunista contro l'inconcludenza di certi intellettuali, stanchi
ma recuperabili, e i tradimenti centristi. Sceneggiato da Age, Scarpelli e
Scola come un "impeccabile meccanismo a orologeria" che intreccia le
storie dei tre protagonisti a una serie di scene da antologia (il portantino
Antonio che ritrova Luciana sul set de La
dolce vita; sempre Antonio che scambia Gianni per un posteggiatore a Piazza
del Popolo), il film rivela una tenerezza e un'indulgenza verso i propri
personaggi tali da fargli superare i limiti della commedia all'italiana, e in
questo modo, mettendo al centro del film il tema del Tempo che scorre,
l'intreccio narrativo permette di osservare con più emozione che amarezza i
tanti ideali traditi che attraversano la storia dei tre (da quelli politici e
sociali legati alla ricostruzione del Paese a quelli più culturali dell'impegno
neorealista).
Dedicato a Vittorio De Sica (che, come Federico Fellini, Marcello
Mastroianni e Mike Bongiorno, appare nel ruolo di se stesso) è anche un omaggio
al neorealismo e al cinema italiano, tra ironia e malinconia.
(Il
Mereghetti, Dizionario dei film 2008, Dalai Editore)