Tutto su mia madre
Regia: Pedro Almodóvar
Attrici e attori: Cecilia Roth, Marisa Paredes, Candela
Peña, Antonia San Juan,
Penélope
Cruz, Toni Cantó
Genere: Drammatico; Paese: Spagna; Durata:
101 min; Anno: 1999
Manuela
(Cecilia Roth) vive sola a Madrid con il figlio Esteban, che non ha mai
conosciuto il padre. La sera del suo diciassettesimo compleanno i due vanno a
teatro per assistere alla rappresentazione di Un tram che si chiama
Desiderio e, dopo lo spettacolo, il giovane muore investito da un’auto,
mentre rincorre l’attrice Huma Rojo per avere un autografo. Sconvolta dal
dolore, Manuela, infermiera in un centro trapianti, acconsente al trapianto del
cuore del figlio e decide di tornare a Barcellona, da dove era fuggita 17 anni
prima, compiendo un percorso a ritroso nella sua vita alla ricerca del suo ex
compagno, che nel frattempo ha cambiato identità e si fa chiamare Lola. Il
titolo del film è fuorviante. Tutto su mia madre è infatti il titolo
della sceneggiatura che Esteban avrebbe voluto scrivere sulla figura di sua madre,
ma se Manuela è indubbiamente il motore della storia, tutto il film ruota
attorno all’essenza della vita delle donne, nella loro diversità e nella loro
complessa umanità in cui il femminile esiste al di fuori della sua stessa
rappresentazione. Nel suo viaggio alla ricerca di se stessa e di ciò che era un
tempo, Manuela ritrova la sua vecchia amica Agrado, transessuale che lavora
come prostituta, il cui corpo pieno di silicone rivela l’unica verità possibile
in un mondo di maschere e infingimenti: “una è tanto più autentica quanto più
somiglia a ciò che ha sognato di se stessa”, a confermare che la biologia non
segna un destino. Conosce Rosa (Penelope Cruz), una suora laica malata di AIDS
che, rimasta incinta, darà alla luce un bimbo sieropositivo con cui Manuela
ritroverà il suo essere madre. Infine, riesce
a incontrare Huma, la donna indirettamente responsabile della morte di Esteban,
con cui intreccerà inaspettatamente la vita. Nella cornice narrativa della
solidarietà femminile, Manuela diventa simbolo della capacità delle donne di
rialzarsi: la tragedia non è l’esito, ma l’inizio di una nuova trama.
Tutto
su mia madre, premiato come miglior regia al 52° Festival di Cannes e vincitore
dell’Oscar nel 2000, raccoglie i temi cari a tutta la filmografia di Almodovar:
i labili confini dell’identità sessuale, il rapporto tra l’amore e la morte, la
difficoltà a comunicare all’interno dei legami familiari, il disfacimento
fisico (AIDS) e la marginalità che ne consegue, il mistero della maternità, la
solidarietà femminile e, ultimo ma non ultimo, l’egoismo maschile. Sul set di
Almodovar il femminile è il protagonista indiscusso dello spettacolo della vita
e la visione stereotipata dell’universo femminile cambia drasticamente: le
donne non sono solo corpi ben fatti, appendici dell’eroe maschile, ma prendono
parola e sono padrone del proprio destino relegando l’uomo a un ruolo
secondario, quasi una comparsa utile solo a spezzare lo scorrere narrativo.
(Mariangela)
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