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Le Favolose

 

Regia e sceneggiatura: Roberta Torre                                                                                     

Attrici: Porpora Marcasciano, Nicole De Leo, Sofia Mehiel, Veet Sandeh, Mizia Ciulini, Massimina Lizzeri, Antonia Iaia, Mina Serrano, Patrizia Piccinini.

Genere: Docu-fiction; Paese: Italia-Francia; Durata: 74 min; Anno: 2022

Dopo il ritrovamento di una lettera della loro amica Antonia, Porpora e Nicole decidono di convocare altre tre amiche, Sofia, Veet e Mizia, per organizzare una seduta spiritica ed evocarne lo spirito. Sono tutte donne trans, molto diverse tra loro, che hanno finalmente trovato la loro identità. Lo era anche Antonia, sepolta dalla famiglia in abiti maschili. Il gruppo di amiche si ritrova in un appartamento che contiene i loro ricordi e i loro fantasmi. I ricordi sono tutti dentro un armadio pieno dei bellissimi vestiti che consentiva loro di “trasformarsi” ed essere se stesse. I fantasmi sono quelli di Massimina e Antonia che non ce l’hanno fatta.
Attraverso persone che diventano personaggi, le protagoniste alternano il loro essere se stesse all’interpretazione di se stesse in una metafora di quella conquista e negazione dell’identità, da parte della famiglia e della società, che è stata la loro esistenza. Il loro racconto è un intercalare di esperienze personali e di argomentazioni generali, come lo stigma della prostituzione e le rivendicazioni sociali e politiche che hanno caratterizzato il loro percorso di transizione.

Le Favolose hanno fatto del loro corpo e della loro identità un atto politico, hanno messo in gioco se stesse per produrre un cambiamento in una società eteronormativa, costruita su misura per le persone cisgender che esclude le persone trans per quello che sono e che rappresentano: ne esistono tante, come Antonia, cancellate dall’odio e dall’incomprensione. Per le persone trans esiste un prima e un dopo nella vita: il film è un invito a superare la cecità della società binaria che, considerando solo i corpi fisici e non le persone, continua a scambiare il prima e il dopo con una malattia mentale.

(Mariangela)