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UN ALTRO SGUARDO – Per un cinema non indifferente
Giovedì 20 Novembre 2025
👉 ore 19:00 - incontro con Marina
Misaghi Nejad, attivista
👉 ore 20:00 – cena/pizza insieme
👉 ore 20.30 –
proiezione del film Il seme del fico sacro (Iran, 2024, 168’)
diretto da Mohammad Rasoulof
Il Seme del Fico Sacro (2025) di Mohammad Rasoulof non è solo un film, ma un atto di
resistenza civile e artistica. Girato clandestinamente poco prima dell’esilio
forzato del regista, racconta la storia di Iman, giudice del Tribunale
rivoluzionario di Teheran, la cui ossessione per l’ordine e il controllo
esplode quando la sua arma d’ordinanza scompare. Nella sua famiglia si insinua
il sospetto, diventando metafora di un sistema autoritario e repressivo capace
di penetrare fino all’intimità domestica.
Attraverso simboli potenti -
la pistola, la casa-prigione, il fico sacro, lo stesso nome di Iman che in
persiano significa “fede” - Rasoulof propone un dramma familiare che riflette
la frattura sociale dell’Iran contemporaneo, dove le donne assumono un ruolo
centrale per la messa in crisi dell’ordine costituito. La moglie di Iman,
inizialmente aderente alla retorica del regime, attraversa un’evoluzione
interiore che riflette il conflitto vissuto da molte donne iraniane,
specialmente delle generazioni più anziane, divise tra la sottomissione
interiorizzata e il desiderio di autodeterminazione. Le figlie, invece,
incarnano la rottura: giovani, consapevoli, militanti, sfidano apertamente
l’autorità paterna e prendono parte attiva alle proteste. Nel finale, è proprio
la madre a compiere il gesto più sovversivo: unendosi alle figlie nella
ribellione contro il padre-regime, rompe infatti il silenzio e si schiera
finalmente dalla parte del cambiamento.
L’alleanza
intergenerazionale tra donne diventa così un atto politico di profonda
affermazione di libertà e soggettività femminile. Il seme del fico sacro è
quello che cade sui rami di altri alberi e poi, germogliando, fa scendere le
proprie radici verso il terreno affinché il fico sacro, reggendosi sul suo
tronco, strangoli progressivamente coi suoi rami l’albero ospite. Per Rasoulof
il fico sacro è la forza delle donne: è da loro stesse che germoglia il seme
della rivolta, destinato a strangolare lentamente il tronco del fondamentalismo
religioso, liberticida, fanatico e misogino. Una metafora potente che
restituisce al titolo del film il suo senso profondo: nasce il cambiamento
nasce dalle donne, come un seme che cresce, inarrestabile.
(Mariangela)
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